L‘amore a suon di architettura

Per questa giornata speciale, la giornata dell’amore festeggiata in tutto il mondo, volevo raccontare di una storia d’amore, non è la classica storia di amore romantico, con un lieto fine, la fine non è certo lieta, ma è una storia che ha tanto da insegnare, è una passione tormentata, che sullo sfondo vive sulle vicende amorose tra due persone, o forse di più, non è certo l’amore che conosciamo per convenzione, quello che leggiamo sui libri o quello delle favole, ma è una storia vera fatta di persone, di desideri, di guerre e sogni,  in cui l’amore è frutto di una crescita personale, intellettuale e a tratti sognata di una donna che ha sfondato gli stereotipi del mondo dell’architettura, di cui fa parte al pari dei grandi maestri che conosciamo.

Sto parlando di Eileen Gray, nata in Irlanda nel 1878 e morta in Francia, a Parigi, nel 1976.  Lei non è certo un’eroina romantica ma al contrario una forza della natura che ha sfidato i canoni della sua epoca, ritornando in auge solo da qualche tempo, perché purtroppo in quanto donna, la sua luce è stata offuscata dalle ombre più forti dei maestri del suo tempo, sicuramente altrettanto importanti ma non tali da negargli il posto che le spetta nel mondo dell’architettura.

L’amore di cui sto parlando è permeato dalla forza che questa donna ha impresso in ogni sua creazione, che va dal design di oggetti e arredi, oggi di culto, ricordiamo la poltrona Bibendum o il tavolino E-1027, ma soprattutto per il saper fare architettura, subisce l’influenza del Movimento Modernista,  il suo essere visionaria, imporsi in uno scenario cosi impervio per una donna, quello dell’architettura dei primi trent’anni del ‘900.

La sua opera più emblematica casa E-1027 tra i codici di lettere e numeri, porta le iniziali sue e del suo amore Jean Badovici, collega e collaboratore alla progettazione della villa, concepita per lui come pegno d’amore, una scultura affacciata su un mare cristallino quello della Costa Azzurra, precisamente a Roquebrune Cap Martin, l’emblema di un amore che ha trovato dimora forse più nella architettura che nei suoi protagonisti, come si sa la relazione tra la Gray  e Badovici finirà proprio in quella casa, nel 1938,  forse per la differenza di età, lui più giovane di 15 anni,  forse per le intromissioni delle amicizie, forse per le invidie che hanno reso il suo percorso lavorativo impervio e tortuoso, ma che l’hanno resa il grande genio che è stata dimenticata per troppo tempo.

Questo amore si legge in ogni oggetto pensato e progettato per la casa, in ogni elemento dell’opera, in ogni spazio immaginato per il singolo e per la coppia, la ricerca dell’intimità e della convivialità che si equilibrano in un rapporto di compenetrazione, generando armonia e purezza razionale tipica dell’architettura del periodo, per questo diviene casa manifesto. E’ stato proprio quel sentimento che ha generato quella che E-1027 rappresenta, un capolavoro dell’architettura moderna, in barba a chi come Le Corbusier ne fu cosi ossessionato da detuparla, dipingendo 8 murales sul candore delle pareti, con lo scopo di schernire volontariamente la proprietaria, data la natura offensiva delle “opere” a sfondo sessuale.

Ma la sua storia triste non finisce qui, fu teatro di bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, saccheggiata e sfigurata dal suo ultimo proprietario, che fu trovato morto proprio dentro la villa, finalmente verrà restaurata nel 2013 e riaperta al pubblico nel 2015, al suo interno rimangono ancora i murales di Le Corbusier, che dipinse volontariamente con lo scopo di alterare la purezza del bianco delle pareti e di sfregiare un capolavoro di cui era molto invidioso, (a riprova di ciò, la costruzione del Cabanon, proprio dietro la villa), uno scempio agli occhi di Eileen, che dopo averli visti decise di non mettere mai più piede nella villa.

Cosi termina questa storia, non termina però l’amore e la passione per l’arte e l’architettura, per l’uomo e l’ambiente, per la purezza della forma e delle idee, che Eileen ha saputo imprimere in ogni sua parte, anche questo è amore, che non si esaurisce quando finisce un rapporto ma perdura per sempre e lo percepiamo ancora oggi tra quelle bianche mura che guardano all’infinità del mare.

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https://www.theguardian.com/artanddesign/2015/may/02/eileen-gray-e1027-villa-cote-dazur-reopens-lost-legend-le-corbusier

http://www.e1027.org/

https://living.corriere.it/case/autore/villa-1027-di-eileen-gray-50432729753/

https://www.lacooltura.com/2018/12/eileen-gray-la-pioniera-del-design-che-ingelosi-le-corbusier/

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