#designcafè : Pomander delizia per tutti i sensi

Per chi non li conosce o non ne ha mai sentito parlare, i pomander sono gli antenati dei nostri profumatori di ambienti, anche se in realtà figuravano come oggetti personali di particolare decoro e di pregevole fattura.

Figurano come oggetti di abbellimento che si diffondono abbondantemente tra il XVI e il XVII secolo, tra la nobiltà e la borghesia del tempo.

In realtà il loro uso si può rintracciare già dal 1200 circa, si racconta che il Re di Gerusalemme avrebbe reso omaggio a Federico Barbarossa, regalandogli una serie di portaincensi odorosi di muschio e spezie.

Questi Pomme d’ambre, erano oggetti particolarmente ricercati per raffinatezza e dettagli preziosi, apparentemente oggetti con fine estetico e decorativo, in realtà la loro funzione era tutt’altro che di futile abbellimento.

I pomander, venivano utilizzati al tempo della peste per “sanificare” i sensi e quindi il corpo, attraverso le esalazioni di fragranze provenienti da spezie odorose o profumi, necessarie a “proteggere” e “ripulire” l’olfatto, che specialmente nelle città era particolarmente provato dalle condizioni sgradevoli in cui questa versava, dal lezzo che proveniva dalle strade, ma non solo.

Erano anche necessari a coprire la scarsa igiene delle persone, in quanto nel XVII secolo, l’igiene personale non era pratica consueta, anzi fortemente sconsigliata perchè si pensava che l’acqua potesse essere veicolo di trasmissione per l’infezione della peste.

Infatti si evitava di scoprire la pelle in quanto porosa e potenziale veicolo di infezioni e impurità all’interno del corpo.

In quest’ottica, si utilizzavano tessuti per l’abbigliamento anche molto pesanti e coprenti per evitare che rimanesse scoperto qualche lembo di pelle, e certo questo non migliorava la situazione.

Si soleva, perciò cospargersi di profumi e fragranze, fazzoletti imbevuti di profumo che venivano inseriti anche all’interno dei vestiti, cuciti dentro le fodere, per “camuffare” gli odori organici provenienti dal corpo.

I pomander quindi ricoprono un ruolo molto importante, da oggetti di “abbellimento” a “purificatori”.

Venivano portati al collo o appesi alla cintura, oggetti di culto per re, regine e non solo.

Si presentano con la forma di un pomo, mela o pera, da qui il nome pomander, perlopiù di forma sferica, realizzati con metalli preziosi, argento, oro, gemme e pietre preziose.

Erano apribili incernierati a metà sezione,  traforati per far fuoriuscire le fragranze o con apertura a spicchi, ognuno dei quali si apriva con un cassettino scorrevole che al suo interno conteneva una fragranza, spezie, ambra o una spugnetta imbevuta di aceto balsamico ritenuto un antidoto per la peste.

I profumi spaziavano dalle fragranze più ricercate, essenze provenienti dall’oriente, alle spezie e ai profumi più comuni come i chiodi di garofano, delineando una netta linea sociale anche nel tipo di profumo utilizzato.

Inalando questi profumi la sensazione era quella di purificare l’aria che veniva respirata e il corpo, in quanto questa sarebbe stata immessa, purificata, all’interno dei polmoni.

Divennero, dunque, anche oggetti di particolare necessità, personaggi storici come la regina Elisabetta I o la sorella Maria regina di Scozia, cosi come anche Cosimo I De Medici, erano soliti collezionarli e li indossavano e sembra che non ne potessero più fare a meno.

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@Credits

https://it.wikipedia.org/wiki/Pomo_d’ambra

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