D come design, d come donna: Elise Djo-Bourgeois
Fresca come una ventata di novità, originale come la sua creatività, Elise Djo Bourgeois (1894-1986), una designer d’eccezione, nei suoi tessuti fonde con naturalezza geometria e colore, creando motivi nuovi, intrecci di forme mai rigidi ma equilibrati e armonici.
Con i suoi tessuti, che adornano tendaggi e tappeti, precorre i tempi; le sue trame, in cui forme e colori si fondono creando combinazioni, il contrasto sottolinea solo l’armonia dei disegni.
Sembra anticipare i motivi Art Decò, movimento caratterizzato essenzialmente dall’uso di forme classiche e simmetriche, geometrie nette e plasticità nelle figure, proprio Elise, sembra precorrere i tempi con i suoi segni inconfondibili che donano leggerezza ai rigorosi e razionali arredi progettati dal marito Georges, riconoscibili per la loro austerità geometrica, ammorbiditi dalle forme spigolose, dissolte nei colori tenui, pastello fino a raggiungere i toni forti del contrasto.
Le sue creazioni un trionfo di triangoli, arabeschi, rettangoli, cerchi e linee spezzate che anticipano il linguaggio decorativo modernista, in cui il sapiente uso dei colori, quasi in ricordo dell’orfismo di Sonia Delaunay, creano lo stesso impatto visivo generato dal mix di colori, con particolare attenzione per il bianco che mostra il perfetto equilibrio, tra grafismo e colore, dei suoi pattern.
La sua evoluzione si esprime, nel periodo più maturo, nelle proposte di maggior successo in cui l’alternanza di strisce orizzontali ad incastro, definiscono effetti ottici esaltati dall’ondulazione delle tende; i motivi derivanti da quel tropismo mediterraneo, ispirati ai segni marittimi e ai costumi dei marinai, porterà alla trasposizione dei nuovissimo modelli a onda.
La notorietà di Élise Djo-Bourgeois, erroneamente, si affianca al marito Georges, ben più noto architetto e designer di interni, figura che sembra inizialmente offuscare il genio creativo della moglie, ma pian piano accostandosi alle sue produzioni, le loro creazioni emancipano la figura di Elise, affermandola come artista indipendente. La sua maggiore produzione si ha negli anni venti. Disegna insieme al marito per i magazzini Metz&co, per la Maison Maurice Lauer, un marchio, che negli anni ’90, sarà acquistato da Pierre Frey.
La sua vita fu quella di una cometa, splendente ma breve, dopo la morte del marito, infatti scomparira’ dalla scena artistica, ritirandosi a vita privata, dedicando tutto il resto della sua vita alla cura del figlio disabile.
La sua arte, tra quotidiano, design e architettura oggi si riscopre nella sua straordinaria semplicità, in cui l’utilizzo del colore combinato al rigore delle forme, genera un dinamismo ispirato a divenire infinito quasi a cavalcare la fervente atmosfera degli anni ruggenti che la vedono protagonista, insieme a Sonia Delaunay nella moda, a Eileen Gray nel campo del design e dell’architettura, nella produzione del vetro d’artista di Renè Lalique e la gioielleria di Cartier. Personaggi il cui dinamismo culturale preparò il campo per l’affermazione dell’Art Decò.
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Credits:
https://www.bonculture.it/femmes/storie/la-triste-storia-della-moderna-designer-elise-djo-bourgeois
https://www.tumbral.com/tag/djo%20bourgeois
https://interiordesign.net/pierre-frey-reissues-striking-geometric-textiles-by-elise-djo-bourgeois/
https://www.gazette-drouot.com/article/djo-bourgeois-a-shooting-star/19341